Alzi la mano chi di voi non ha mai, nel più goffo dei tentativi, passato il burro di cacao sul biglietto da vidimare in modo da grattare via, in seguito, il timbro e la crema per le labbra? O ancora chi, sperando in un sole da “Calabria Saudita”, non ha mai esposto alla luce diretta i biglietti del bus sperando che si scolorisse l’inchiostro dell’obliteratrice e finendo alternativamente per incenerire / accartocciare / scolorire il biglietto? Ebbene signore e signori, la soluzione definitiva per non pagare il bus è davanti ai nostri occhi, e mette in luce l’inadeguatezza tecnica e l’incapacità di perseguire o frenare i tentativi di frode del nostro sistema dei trasporti. Parliamo di una storia reale, senza fronzoli o abbellimenti, la pura e semplice realtà.
In una grande città del nord, che non menziono per tutelare il suo sistema dei trasporti, può verificarsi quotidianamente un hacking che ha dello scandaloso, per dirla con parole tenere e carezzevoli. La procedura è abbastanza macchinosa, ma permette di vivere di rendita per parecchi anni. Si procede in questo modo:
1. Dotarsi di regolare abbonamento annuale (ipotizziamo 2010-2011) ai mezzi pubblici urbani-suburbani, con validità 10-12 mesi, a piacere;
2. Avere la cura, dopo essersi recati alle Poste Italiane per pagare il bollettino corrispondente, di conservare la ricevuta;
3. L’anno seguente, scansionare tale ricevuta e modificare, tramite un software di fotoritocco, ad esempio Adobe Photoshop, l’annata di riferimento del bollettino da 2010-2011 a 2011-2012;
4. Stampare la nuova ricevuta;
5. Presentarsi, dopo circa 1-2 mesi dall’inizio della campagna abbonamenti, al centro clienti della nota azienda dei trasporti, lamentandosi del fatto che per l’anno in corso (2011-2012) l’abbonamento non sia ancora stato rinnovato, mostrando il bollettino che attesta la regolarità dei pagamenti (sic!) e chiedendo la procedura manuale di attivazione dell’abbonamento;
6. A questo punto, l’operatore, di fronte alla ricevuta, non potrà opporre resistenza e, senza controllare i dati da terminale o ritenendoli erronei, procederà alla riattivazione dell’abbonamento;
7. Procedere nuovamente, di anno in anno, dal punto 3 in poi, avendo cura al punto 6 di non incontrare lo stesso operatore.
1. Dotarsi di regolare abbonamento annuale (ipotizziamo 2010-2011) ai mezzi pubblici urbani-suburbani, con validità 10-12 mesi, a piacere;
2. Avere la cura, dopo essersi recati alle Poste Italiane per pagare il bollettino corrispondente, di conservare la ricevuta;
3. L’anno seguente, scansionare tale ricevuta e modificare, tramite un software di fotoritocco, ad esempio Adobe Photoshop, l’annata di riferimento del bollettino da 2010-2011 a 2011-2012;
4. Stampare la nuova ricevuta;
5. Presentarsi, dopo circa 1-2 mesi dall’inizio della campagna abbonamenti, al centro clienti della nota azienda dei trasporti, lamentandosi del fatto che per l’anno in corso (2011-2012) l’abbonamento non sia ancora stato rinnovato, mostrando il bollettino che attesta la regolarità dei pagamenti (sic!) e chiedendo la procedura manuale di attivazione dell’abbonamento;
6. A questo punto, l’operatore, di fronte alla ricevuta, non potrà opporre resistenza e, senza controllare i dati da terminale o ritenendoli erronei, procederà alla riattivazione dell’abbonamento;
7. Procedere nuovamente, di anno in anno, dal punto 3 in poi, avendo cura al punto 6 di non incontrare lo stesso operatore.
Naturalmente, lungi da me l’invitarvi a qualunque test personale, soprattutto per non incorrere in reati penali. Resta il fatto che, in sostanza, la procedura di controllo degli avvenuti pagamenti viene sistematicamente violata da ingenui / grassocci / untuosi impiegati che mandano in rosso i conti delle aziende di trasporti. Signore e signori, questa è una vergogna! Nel 2011 non si può pensare di non mettere in pratica un controllo che sia come minimo duplice; a fronte della ricevuta, è necessario interrogare il terminale e, in presenza di discrepanze, non si può procedere con la riattivazione manuale, bisogna indagare sul perché della discordanza tra terminale e ricevuta cartacea!
A titolo di esempio vi riporto una semplice elaborazione, fatta alla bell’e meglio, del pre e del post operazione.
Direi che le parole sono, purtroppo, superflue (cliccare l'immagine per ingrandirla):
Naturalmente è stata mia cura far notare il tutto a chi di dovere, ricevendo in cambio occhiate incredule. Alea iacta est, aspettiamo contromisure in merito!
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